AN-MY LÊ “đô-mi-nô”

An-My Lê è una fotografa che nel suo lavoro porta il retaggio delle sue esperienze da adolescente nel Vietnam in guerra

AN-MY LÊ “đô-mi-nô”

 

  • NEW YORK – Marian Goodman Gallery
    24 W 57th St, New York, NY 10019
  • 24 June – 20 August 2021


“đô-mi-nô” è la prima mostra personale dell’artista di origine vietnamita An-My Lê, nello spazio della Galleria Marian Goodman di New York.

La mostra si svolge in concomitanza con la mostra di Robert Smithson Abstract Cartography.

Mentre Lê e Smithson sono separati in età da due decenni, i lavori di queste mostre esaminano rispettivamente temi simili, comprese le nozioni di paesaggio, le eredità storiche degli anni ’60 e i cambiamenti infrastrutturali di quel periodo.

An-My Lê è nata a Saigon, Vietnam, nel 1960 da dove è fuggita con la famiglia nel 1975 per stabilirsi come rifugiata negli Stati Uniti.

Attualmente vive e lavora a Brooklyn, New York ove insegna Arte al Bard College.

Ha studiato alla Stanford University e alla Yale University ed ha ricevuto numerosi premi, tra cui la Mac Arthur Foundation Fellowship (2012), il premio Louis Comfort Tiffany Foundation (2009 e la Guggenheim Memorial Foundation Fellowship (1997).

Nel suo lavoro An-My Lê porta il retaggio delle sue memorie da adolescente in Vietnam.

Affrontado, infatti, l’impatto della guerra sulla cultura e sull’ambiente, Lê afferma che il suo “obiettivo principale è provare a fotografare il paesaggio in modo tale da suggerire una storia universale, una storia personale, una storia della cultura”.

Per la mostra sono state selezionate opere della sua serie fotografica 29 Palms (2003-2004) e Viêt Nam (1994-1998.


ORARI DI APERTURA

  • da lunedì a sabato ore 10.00 – 18.00 e su appuntamento
  • (accesso consentito nel rispetto delle norme anticovid19)

 

INFO

DAVIDE TRANCHINA From Afar – In lontananza

Gli scatti fotografici di Tranchina fanno respirare la sensazione della lontananza

DAVIDE TRANCHINA From Afar – In lontananza

 

  • BOLOGNA – Galleria Studio G7
  • via Val D’Aposa 4A, 40123 Bologna

a cura di Jessica Bianchera

 

  • Apertura mostra
  • giovedì 24 giugno, ore 15.00 – 21.00

 

  • Date mostra
  • 25.06 – 18.09.2021

 

 

Studio G7 presenta From Afar – In lontananza, prima mostra personale di Davide Tranchina negli spazi della galleria.

Davide Tranchina (Bologna, 1972) è un fotografo che vive e lavora a Bologna.

A partire dal 1999 egli ha presentato il suo lavoro in numerose gallerie private e in Istituzioni pubbliche prestigiose e manifestazioni speciali in Italia e all’estero.

La mostra di Bologna è curata da Jessica Bianchera e si inserisce all’interno della ricerca dell’artista, da sempre incentrata sul tema dell’osservazione come pretesto per riflettere sulla natura stessa della fotografia.

In particolare, Tranchina sceglie per questa esposizione di rielaborare un tema ricorrente nella sua prassi, il concetto di distanza.

Ispirandosi ai luoghi della visione e alla relazione tra soggetto e spazio di ispirazione, le opere esposte mostrano paesaggi destinati a essere osservarti in lontananza e, allo stesso tempo, da cui si può guardare lontano.

Ciò che si restituisce è lo sguardo metafisico, ricostruito attraverso quegli stessi scenari fissati in un’epifania di luce.

Attraverso un gioco di invenzione, Tranchina sagoma panorami differenti per poi irradiarli attraverso un controluce smaterializzandone le sembianze e ritraendoli attraverso il media della fotografia.

Lo stesso processo di sagomatura e stratificazione viene applicato sulle pareti della galleria proponendo un lavoro site-specific dove l’artista si serve delle matrici di carta in negativo per generare un ulteriore paesaggio impossibile e inafferrabil.

 

ORARI DI APERTURA

da martedì a sabato, 15.30 – 19.30. Mattina, lunedì e festivi per appuntamento

 

 

INFO

  • Galleria Studio G7
  • via Val D’Aposa 4A, 40123  Bologna

 

Orari

  • da martedì a sabato, 15.30 – 19.30. Mattina, lunedì e festivi per appuntamento

Contatti

 

Ufficio stampa

Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti

La casa di Morandi a Bologna espone il fotografo Franco Vimercati che fu chiamato anche il Morandi della Fotografia

Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti

 

  • BOLOGNA – Casa Morandi – Via Fondazza, 36
  • Fino al 18 luglio 2021 (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

 

Le 23 fotografie di Franco Vimercati esposte a casa Morandi di Bologna sono state selezionate per richiamare una diretta corrispondenza tematica con alcuni dei soggetti prediletti da Morandi nella sua indagine pittorica, di cui nella Casa si conservano alcuni esemplari originali.

Franco Vimercati era nato a Milano nel 1940 e formatosi all’accademia di Brera, arriva alla fotografia dopo un’esperienza di grafico pubblicitario.

In questa sua attività di fotografo sviluppa la ricerca realizzando sequenze di 7 o 14 immagini dello stesso oggetto come fruttiera, moka, zuppiera o una brocca di ottone.

Franco continua la sua esperienza di serie di immagini di oggetti fino alla morte nel 2001.

Questa sua esperienza di ricerca evidenzia, rispetto a Morandi, una analoga tensione nel continuo esercizio dello sguardo verso umili oggetti di uso domestico, estremamente limitati nella loro differente tipologia e colti nell’infinità variabilità dell’uguale.

Attraverso l’esiguità e la quotidianità di questi oggetti i due artisti hanno instaurato un silenzioso colloquio interiore, che ha visto entrambi ricomporli in un linguaggio del tutto personale di poetica complessità.

Entrambi assumono a pretesto questi modelli rappresentandoli sempre in inquadrature frontali ravvicinate e isolati da ogni riferimento al contesto esterno

Vimercati indaga il tema della luce e del movimento di uno stesso oggetto ripreso centinaia di volte in bianco e nero, mentre Morandi si concentra maggiormente su composizioni di oggetti collocati sul tavolo e indagati nelle loro relazioni spaziali, tonali e luministiche.

Restituiti quindi nelle impercettibili variazioni prodotte da un gesto ininterrottamente reiterato e frutto di una ricerca formale intransigente, gli oggetti si esaltano in entrambi nell’essenza e nella purezza dell’immagine.

Un dialogo che si esprime attraverso la comune attitudine esplorativa determinata e seriale, quella disciplina costante e severa che per tutta la vita ha alimentato la loro indagine estetica.

La mostra, inaugurata il 7 maggio, è rientrata nella programmazione istituzione di ART CITY BOLOGNA

 

ORARI DI APERTURA

Da martedì a venerdì h 16.00-20.00

sabato, domenica e festivi, h 10.00-20.00 su prenotazione obbligatoria effettuata entro il giorno precedente la visita.

Accesso consentito nel rispetto delle norme anticovid19 vigenti al momento della visita.

 

INFO

CAPOLAVORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA 1900-1940

Una mostra che evidenzia il fervore immaginativo e le possibilità creative del linguaggio fotografico nel periodo tra le due guerre

CAPOLAVORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA 1900-1940

 

  • LUGANO – MASI LAC
    Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano Svizzera
  • Dal 25 aprile al 1° agosto 2021 (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

 

 

Il Museo d’Arte della Svizzera Italiana/MASI è stato fondato nel 2015 e, in pochi anni, si è affermato come uno dei musei d’arte più visitati in Svizzera.

Esso rappresenta un ideale crocevia culturale tra il sud e il nord delle Alpi, tra l’Europa latina e quella germanica.

La ricca programmazione si distribuisce nelle due sedi del Museo, il centro culturale LAC e Palazzo Reali,

La sede del MASI al LAC si sviluppa su tre piani per una superficie complessiva di 2’500 metri quadrati, di cui 1’900 dedicati a spazi espositivi ideati per permettere la realizzazione di ambiziosi progetti e per valorizzare la presentazione delle opere della collezione.

Gli spazi – semplici, flessibili e luminosi – sono stati realizzati rispettando i più attuali standard di sicurezza e conservazione per permettere la realizzazione di ogni tipologia di progetto espositivo.

Dal 25 aprile questi spazi ospitano la straordinaria collezione Thomas Walther con capolavori della fotografia moderna dal 1900 al 1940.

Si tratta di una collezione di oltre trecentocinquanta fotografie d’autore raccolte dal collezionista Thomas Walther ora di proprietà del Museum of Modern Art/MoMA di New York.

Si incontrano nella collezione i protagonisti della storia della fotografia accanto a preziose opere di oltre cento altri autori meno conosciuti.

Questa mostra, inoltre, mette in evidenza l’opera di artisti a cui Walther dedicò particolare attenzione, fra cui André Kertész, Germaine Krull, Franz Roh, Willi Ruge, Maurice Tabard, Umbo e Edward Weston.

La mostra, organizzata in sezioni tematiche, mette in evidenza le connessioni tra le opere e riflette il dinamismo della modernità.

Questo elemento della modernità è particolarmente evidente nei ritratti e negli scatti che documentano l’esperienza urbana, così come nella scelta di espedienti tecnici sperimentali quali punti di vista inusuali e distorsioni.

Una mostra da non perdere perché racconta un capitolo innovativo nella storia della fotografia.

 

ORARI DI APERTURA

  • Da martedì a venerdì ore 11.00 – 18.00 (giovedì chiude ore 20.00)
  • Sabato, domenica e festivi ore 10.00 – 18.00

 

INFO

 

WEBSITE

 

Blackout .The Darkside of Istanbul

Nel 2021 il protagonista sarà il fotografo turco Coşkun Aşar con una selezione di scatti

Blackout .The Darkside of Istanbul

 

  • JESI – Palazzo   Bisaccioni, Piazza Colocci, 4
  • Fino al 30 novembre 2021 ( NB in costanza di pandemia orari e modalità di accesso sono condizionati dalle norme anticovid-19 vigenti nelle Marche. Controllare nel sito prima di programmare la visita)

 

La mostra è organizzata dalla Fondazione di origine bancaria Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Da oltre 25, la Fondazione è impegnata nel sostegno, la promozione di progetti di utilità sociale legati ad arte e cultura e agisce in base al principio di sussidiarietà, che prevede non di sostituirsi, ma di affiancare le organizzazioni della società civile che operano per il bene pubblico.

Nella sede di Palazzo Bisaccioni oltre all’area museale ove sono esposte in modo permanente le opere d’arte della collezione della Fondazione, uno spazio è destinato a mostre temporanee attente in particolare alla contemporaneità.

Nel 2021 il protagonista sarà il fotografo turco Coşkun Aşar con una selezione di scatti della serie fotografica Blackout – The dark side of Istanbul che fanno parte dell’omonima pubblicazione, un romanzo visivo del lato oscuro della città turca.

Coşkun Aşar è cresciuto e ha studiato a Istanbul alla Facoltà di Comunicazione della Marmara University focalizzandosi sul cinema.

Nel 1995 scopre la fotografia dedicandosi pienamente a questo strumento e diventando presto un esponente della nuova Street Photography international.

Ha lavorato per riviste locali e straniere, giornali e agenzie, esponendo le sue fotografie in manifestazioni internazionali sia personali che collettive

È stato allievo di Ara Güler, uno dei maestri indiscussi della fotografia del Mediterraneo, al quale dedica questi scatti ai sobborghi di Istanbul

Il risultato è un reportage fotografico che non racconta soltanto vite al limite, ma si concentra sul cambiamento sociale e fisico della città e sui processi di trasformazione della stessa.

La mostra documenta anche un luogo e uno stile di vita che scompaiono.

Per farlo, Coşkun Aşar guarda alla propria vita e alle vite di coloro che si trovano nel suo ambiente circostante che diventano visibili quando le luci si spengono.

Negli ultimi venti anni ha seguito e osservato persone emarginate in un importante spazio storico e culturale della città, chiamato Beyoglu.

È diventato amico dei bambini di strada, membri delle gang, prostitute, papponi, insieme agli individui della comunità transgender che sono principalmente impegnati come lavoratori del sesso.

Lo chiama il lato oscuro di Istanbul, un’area in cui gli abitanti sono socialmente esclusi e isolati, eppure un’area che diventa viva di notte.

 

ORARI DI APERTURA

  • da lunedì a venerdì ore 9.30-13 / 15.30-19:30
  • Controllare nel sito prima di programmare la visita

INFO

XXX X MADAGASCAR – In support of “Stefano Project Onlus”

Una mostra collettiva organizzata con finalità umanitarie a favore del progetto di cooperazione in Africa di Stefano Project Onlus

XXX X MADAGASCAR – In support of “Stefano Project Onlus”

 

  • ROMA – Maja Arte Contemporanea
    via di Monserrato 30, 00186 Roma
  • Dal 10 marzo al 10 aprile 2021
  • Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito

 

La Galleria Maja di Roma propone una mostra collettiva che è dedicata a sostenere un progetto di solidarietà nella piccola isola di Nosy Komba, nel nord del Madagascar.

La mostra si ispira alle parole di Papa Francesco, in merito all’ambiente, contenute nell’enciclica Laudato si.

Con la volontà di prenderci cura gli uni degli altri e del creato la mostra intende sostenere il progetto dell’Associazione Stefano Project Onlus alla quale sarà devoluto l’intero ricavato della vendita.

La mostra nasce dall’incontro di un’artista Ria Lussi e di una gallerista Daina Maja Tito, che hanno coinvolto nel progetto colleghi artisti e colleghi galleristi.

Hanno aderito all’iniziativa gli artisti Enzo Ragazzini, Dirk Vogel, Enzo Barchi, Alessandro Valeri e la partecipazione generosa di tre artisti della galleria Pierre-Yves Le Duc, Angela Maria Piga e Anna Di Paola.

Le opere proposte hanno un carattere provocatorio, è presente infatti un gruppo di opere “erotiche”, che auspicabilmente risveglieranno le coscienze, dopo il lungo letargo invernale.

Enzo Ragazzini (Roma 1934), fotografo e artista che si esprime attraverso opere di ispirazione Optical, ha offerto due grandi porno-grafie.

Anna di Paola (Campobasso 1996) propone due cianografie di fanciulle silvestri.

Alessandro Valeri si esprime con installazione, fotografia, disegno, scrittura, video, pubblicità, pittura, scultura– con un’attenzione critica nei confronti della realtà che di volta in volta interroga e indaga e si propone con la serie “L’acrobata russa”

Pierre-Yves Le Duc , francese nato nel 1964, si presenta con il dipinto 9 muse, 9 Poeti

Angela Maria Piga, nata a Roma nel 1968 giunge all’arte visiva attraverso un percorso letterario e curatoriale e offre alcune sculture, come pure il romano Enzo Barchi del 1963.

Infine, sono presenti in mostra opere del fotografo Dirk Vogel e di Ria Lussi.

 

ORARI DI APERTURA

  • Da martedì a venerdì ore 15.30 – 19.30
  • Sabato ore 11.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00
  • Altri orari su appuntamento

INFO

  • Tel: +39 06 68804621 / +39 338 5005483
  • info@majartecontemporanea.com
  • SITO WEB

Silent Revolutions: Italian Drawings from the Twentieth Century

“Silent Revolution…” è il primo atto di una collaborazione interessante tra due Istituzioni attente al valore del disegno: Menil Drawing Institute di Houston e Collezione Ramo di Milano

Silent Revolutions: Italian Drawings from the Twentieth Century

 

HOUSTON – Menil Drawing Institute

1533 Sul Ross Street
Houston, Texas 77006

Fino all’ 11 aprile 2021
(controllare preventivamente nel sito esattezza dei dati relativi a mostra, orari e condizioni di accesso)

 

La Menil Collection è un Campus d’arte e un museo che si estende per 30 acri nel cuore di Houston, in Texas fondato nel 1987 da Dominique de Menil.

L’edificio della galleria principale è stato progettato dall’architetto italiano Renzo Piano negli anni Ottanta del secolo scorso.

Il Museo è poi circondato da edifici museali aggiuntivi:

-Padiglione dedicato a Cy Tombly sempre su progetto di Renzo Piano del 1992

– Rihmond Hall con lavori di Dan Flavin

– Rotkho Chapel dedicata all’artista americano di origine russa.

Dal 14 novembre 2020 l’Istituto ospita una mostra “italiana” promossa dall’ambasciata italiana di Washington, con il consolato di Houston con la Collezione Ramo  di Milano.

La mostra Silent Revolutions: Italian Drawings from the Twentieth Century presenta una selezione di disegni dalla Collezione Ramo di Milano.

La Collezione Ramo – Il Disegno Nell’arte italiana Del Novecento ripercorre le tappe della storia dell’arte italiana a partire dal disegno, non solo inteso come mezzo preparatorio per la realizzazione di dipinti e sculture, ma, soprattutto come espressione primaria della ricerca artistica italiana. (www.collezioneramo.it)

A partire dal primo ‘900, la collezione segue le tracce su carta dei maggiori rappresentanti delle avanguardie storiche per documentare con lavori su carta l’evoluzione di ogni cifra stilistica.

La collezione raccoglie infatti non solo i capolavori da museo che rendono riconoscibile un artista, ma anche le piccole testimonianze aneddotiche, gli schizzi, gli appunti e i tentativi che hanno portato alla nascita di un segno poi divenuto riconoscibile.

Viene presentata una selezione di 70 disegni di Umberto Boccioni, Alighiero Boetti, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Maria Lai, Carol Rama e altri., ai quali si aggiungono anche diversi disegni della collezione del Menil.

La mostra evidenzia il valore didattico per la storia dell’arte italiana del Novecento della collezione Ramo.

Per la maggior parte del XX secolo, infatti, l’Italia ha generato una serie continua di movimenti artistici rivoluzionari che hanno influenzato in modo significativo gli artisti internazionali.

Dal Futurismo allo Spazialismo, all’Arte Povera e oltre, la produzione artistica in Italia è stata caratterizzata da un alto livello di innovazione.

Questo spirito creativo e di ricerca continua si manifesta in modo significativo nel disegno, che ha dato agli artisti italiani la libertà di sperimentare una vasta gamma di materiali e tecniche e ha permesso loro di creare nuovi concetti e stili artistici.

I disegni sono quindi opere autonome a pieno titolo, strumento attraverso il quale gli artisti hanno affrontato temi diversi come la storia e il mito, il linguaggio, la soggettività, il corpo, la città moderna, lo spazio e l’astrazione.

La mostra di Houston è il primo atto della collaborazione tra due istituzioni particolarmente attente al valore dei lavori su carta, il Menil Drawing Institute e la Collezione Ramo.

 

ORARI DI APERTURA

Da mercoledì a domenica ore 11.00 – 19.00

INFO

SITO WEB

 

PAOLO GIOLI: Antologica/Analogica L’opera filmica e fotografica (1969–2019)

Paolo Gioli, fotografo impegnato in 50 anni di ricerca, che parte dalle origini dei media, per sperimentare nuovi percorsi e nuove potenzialità espressive di fotografie e film

PAOLO GIOLI: Antologica/Analogica L’opera filmica e fotografica (1969–2019)

 

LECCE – Museo Castromediano
Viale Gallipoli, 28

Dal 6 marzo al 9 maggio 2021
(Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

Il Museo Archeologico Provinciale “Sigismondo Castromediano”, con sede a Lecce, è il più antico della regione Puglia e fu fondato nel 1868 dal Duca di Cavallino, Sigismondo Castromediano, da cui appunto prende nome.

Il Palazzo che ospita il museo comprende, oltre all’antiquarium, al museo topografico e alla pinacoteca anche una sala con le opere degli artisti salentini contemporanei, tra cui Ciardo, Barbieri, Martinez, D’Andrea, Calò, per citarne alcuni.

Esiste inoltre spazio per l’arte contemporanea e per mostre temporanee.

Dal 6 marzo il museo riapre al pubblico dopo la pesante interruzione per la pandemia da Covid19.

Ad accogliere il pubblico sarà la prima di tre grandi mostre dedicate alla produzione filmica e fotografica di Paolo Gioli, programmate due in Puglia e una in Cina.

Pittore, fotografo e cineasta, Paolo Gioli , nato a Rovigo nel  1942, è uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi.

Nel lavoro di ricerca della definizione della sua estetica foto-filmica l’artista guarda indietro, alle molte sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato.

Gioli lavora in bilico tra immagine fissa e in movimento, ma riesce a far dialogare film e fotografia con risultati fertili e stimolanti.

La presenza nel titolo della mostra “Analogica”, che oggi indica il passato del mondo delle immagini rispetto al digitale, vuol essere quindi un rinvio alla natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, presente in tutto il lavoro di Gioli.

La mostra è suddivisa in quattro sezioni (Natura Corpo Volto Medium) ed esporrà oltre cento opere di Gioli, quasi tutte polaroid, in alcuni casi trasferite su carta o seta serigrafica e alcuni film dell’artista.

Nello stesso periodo la mostra si estende anche a Palazzo Tupputi di Biseglie che presenterà la sezione Schermi-schermi, con tele serigrafiche realizzate negli anni Settanta

Poi dal 26 giugno la mostra in una versione più ampia si sposta in Cina al Three Shadows Photography Art Center di Pechino.

 

ORARI DI APERTURA

Orario normale Da martedì a domenica ore 09.00 – 20.00

Per gli orari in costanza di norme anticovid  si invita a contattare il museo prima di programmare la visita

 

INFO

Tel. +390832 373 572

E-Mail: museocastromediano.lecce@regione.puglia.it

Website: http://pugliamusei.it/item/museo-provinciale-sigismondo-castromediano-lecce/

Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini

Un omaggio fotografico a Fellini nel centenario della sua nascita

Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini

 

 

ROMA – Cinecittà
Via Tuscolana

Fino al 21 marzo 2021

(Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

Avrebbe dovuto inaugurarsi a dicembre 2020 la mostra Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini, a conclusione dell’anno che ha celebrato in tutto il mondo i 100 anni di Federico Fellini.

Purtroppo, la recrudescenza della pandemia Covid19 non lo ha reso possibile, costringendo a rinviare a tempi in cui le condizioni sanitarie permettano visite in sicurezza.

Le regole sanitarie hanno consentito di aprire al pubblico il Teatro 1 di Cinecittà il 10 febbraio, in quei luoghi da cui il 20 gennaio 2020 partirono simbolicamente i festeggiamenti per il Maestro del nostro cinema.

Cinecittà, casa ideale del grande regista, festeggia Federico dando un primo assaggio della grande mostra fotografica, e multimediale che, in un percorso di immagini, racconta il dialogo tra il Genio del cinema, italiano e la grande fotografa internazionale.

La mostra, realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, vive delle immagini dello straordinario Archivio Elisabetta Catalano, costituito dopo la morte della fotografa nel 2015.

Elisabetta Catalano era nata a Roma nel 1944 affermandosi fra le maggiori fotografe italiane del dopoguerra.

Ma non solo, Catalano è stata anche una animatrice della scena creativa e testimone con i suoi scatti di una generazione di artisti e personaggi.

Aveva iniziato la sua attività da autodidatta collaborando con periodici come Il Mondo, L’Espresso, L’Almanacco Letterario Bompiani e Vogue Italia.

Successivamente aveva lavorato a New York e Parigi per Vogue, per le edizioni americana, francese e inglese.

Il suo rapporto con la scena artistica italiana l’ha vista lavorare negli anni Settanta con artisti come Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Sandro Chia, Minimo Rotella, Cesare Tacchi, Gino De Dominicis, collaborando alla realizzazione di opere che comportavano l’utilizzo della fotografia.

Del tutto particolare fu il suo rapporto con Fellini, che amò farsi fotografare da Elisabetta Catalano lungo tutto un arco della sua vita, tra il 1963 e gli ultimi anni.

Li univa una particolare affinità elettiva fondata sui clic, sulla capacità comune di afferrare l’anima di un personaggio in un rapido movimento di camera.

Il percorso espositivo si snoda in oltre 60 immagini, alcune di grande e grandissimo formato, e mostra i 5 set di film felliniani che la fotografa venne chiamata a documentare: 8½ (1963), Fellini Satyricon (1969), Prova d’orchestra (1979), La città delle donne (1980), La voce della luna (19990), con una curiosa appendice per Intervista (1987).

Tuttavia, la mostra non è il racconto illustrato di Fellini al lavoro sul set.

Il visitatore scoprirà un Fellini sensibilmente inedito che diventa soggetto di un’arte davvero contemporanea, nelle mani di un’artista che lo capì come solo un’immagine può fare.

 

ORARI DI APERTURA

da lunedì a venerdì ore 10.00 – 18.00 (con chiusura biglietteria alle ore 15.30).

Gli orari sono da intendersi validi fino a durata dell’attuale DPCM.

Per tutti gli aggiornamenti controllare nel sito.

INFO

www.cinecittasimostra.it

HIROSHI SUGIMOTO – Theory of Colours

La ricercata e raffinata perfezione delle immagini di Hiroshi Sugimoto guida il visitatore a riflessioni filosofiche sul rapporto, spesso conflittuale tra spazio e tempo, immaginazione e realtà, scienza e storia

HIROSHI SUGIMOTO – Theory of Colours

 

Hiroshi Sugimoto Opticks 244, 2018 Chromogenic print Image: 47 x 47 in. (119.4 x 119.4 cm) Frame: 60 x 60 in. (152.4 x 152.4 cm) Edition of 1 plus 1 artist's proof (23896)
Hiroshi Sugimoto Opticks 244, 2018
Chromogenic print
Image: 47 x 47 in. (119.4 x 119.4 cm)
Frame: 60 x 60 in. (152.4 x 152.4 cm)
Edition of 1 plus 1 artist’s proof
(23896)

 

  • PARIGI – Marian Goodman Gallery 79 Rue du Temple, 75003 Paris, Francia
  • Dal 20 marzo 2021
  • (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito

 

La Marian Goodman Gallery è una delle più rinomate gallerie a livello internazionale, per la qualità e la varietà delle sue proposte espositive attente alle proposte più innovative dell’arte contemporanea.

Fondata a New York City alla fine del 1977, la galleria si è ampliata aprendo nuovi spazi espositivi nelle principali capitali del mercato dell’arte, nel 1995 a Parigi e nel 2014 a Londra.

Dal 20 marzo 2021 la sede di Parigi ospita la mostra Theory of Colours del fotograo giapponese Hiroshi Sugimoto.

Nato a Tokyo nel 1948 e oggi residente a New York, Sugimoto è uno dei più rinomati fotografi per la bellezza e la perfezione visiva delle sue immagini che hanno la forza di trasmettere al visitatore le sue riflessioni filosofiche sul rapporto tra spazio e tempo, immaginazione e realtà, scienza e storia.

Gli esiti degli scatti del fotografo giapponese non sono semplici immagini offerte all’occhio del visitatore ma proiezioni trasmesse all’inconscio del processo creativo dell’artista e del suo sforzo di comprendere e rappresentare il “regno invisibile della mente” che sa leggere oltre le cose.

Sugimoto guarda alla tradizione della fotografia classica e crea immagini meditative che avvicinano il concreto e l’astratto.

Nel suo processo di ricerca, egli cerca di comprendere la natura della percezione, esplorando la durata e la temporalità attraverso la fotografia, e la comprensione di come i cambiamenti radicali nel passato illuminino il presente.

La mostra di Parigi segue una serie di esposizioni che hanno visto Sugimoto presente presso prestigiose gallerie e Musei  in ogni parte del mondo.

La qualità di queste esposizioni, unita ai numerosi e prestigiosi riconoscimenti e premi ricevuti, è la prova del livello di notorietà che da tempo accompagna Sugimoto.

 

ORARI DI APERTURA

  • Da martedì a sabato ore 10.00 – 17.00 su prenotazione e nel rigoroso rispetto delle norme anticovid vigenti in Francia

INFO

  • Tel: 33-1-48-04-7052
  • paris@mariangoodman.com
  • SITO WEB