Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti

La casa di Morandi a Bologna espone il fotografo Franco Vimercati che fu chiamato anche il Morandi della Fotografia

Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti

 

  • BOLOGNA – Casa Morandi – Via Fondazza, 36
  • Fino al 18 luglio 2021 (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

 

Le 23 fotografie di Franco Vimercati esposte a casa Morandi di Bologna sono state selezionate per richiamare una diretta corrispondenza tematica con alcuni dei soggetti prediletti da Morandi nella sua indagine pittorica, di cui nella Casa si conservano alcuni esemplari originali.

Franco Vimercati era nato a Milano nel 1940 e formatosi all’accademia di Brera, arriva alla fotografia dopo un’esperienza di grafico pubblicitario.

In questa sua attività di fotografo sviluppa la ricerca realizzando sequenze di 7 o 14 immagini dello stesso oggetto come fruttiera, moka, zuppiera o una brocca di ottone.

Franco continua la sua esperienza di serie di immagini di oggetti fino alla morte nel 2001.

Questa sua esperienza di ricerca evidenzia, rispetto a Morandi, una analoga tensione nel continuo esercizio dello sguardo verso umili oggetti di uso domestico, estremamente limitati nella loro differente tipologia e colti nell’infinità variabilità dell’uguale.

Attraverso l’esiguità e la quotidianità di questi oggetti i due artisti hanno instaurato un silenzioso colloquio interiore, che ha visto entrambi ricomporli in un linguaggio del tutto personale di poetica complessità.

Entrambi assumono a pretesto questi modelli rappresentandoli sempre in inquadrature frontali ravvicinate e isolati da ogni riferimento al contesto esterno

Vimercati indaga il tema della luce e del movimento di uno stesso oggetto ripreso centinaia di volte in bianco e nero, mentre Morandi si concentra maggiormente su composizioni di oggetti collocati sul tavolo e indagati nelle loro relazioni spaziali, tonali e luministiche.

Restituiti quindi nelle impercettibili variazioni prodotte da un gesto ininterrottamente reiterato e frutto di una ricerca formale intransigente, gli oggetti si esaltano in entrambi nell’essenza e nella purezza dell’immagine.

Un dialogo che si esprime attraverso la comune attitudine esplorativa determinata e seriale, quella disciplina costante e severa che per tutta la vita ha alimentato la loro indagine estetica.

La mostra, inaugurata il 7 maggio, è rientrata nella programmazione istituzione di ART CITY BOLOGNA

 

ORARI DI APERTURA

Da martedì a venerdì h 16.00-20.00

sabato, domenica e festivi, h 10.00-20.00 su prenotazione obbligatoria effettuata entro il giorno precedente la visita.

Accesso consentito nel rispetto delle norme anticovid19 vigenti al momento della visita.

 

INFO

CAPOLAVORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA 1900-1940

Una mostra che evidenzia il fervore immaginativo e le possibilità creative del linguaggio fotografico nel periodo tra le due guerre

CAPOLAVORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA 1900-1940

 

  • LUGANO – MASI LAC
    Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano Svizzera
  • Dal 25 aprile al 1° agosto 2021 (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

 

 

Il Museo d’Arte della Svizzera Italiana/MASI è stato fondato nel 2015 e, in pochi anni, si è affermato come uno dei musei d’arte più visitati in Svizzera.

Esso rappresenta un ideale crocevia culturale tra il sud e il nord delle Alpi, tra l’Europa latina e quella germanica.

La ricca programmazione si distribuisce nelle due sedi del Museo, il centro culturale LAC e Palazzo Reali,

La sede del MASI al LAC si sviluppa su tre piani per una superficie complessiva di 2’500 metri quadrati, di cui 1’900 dedicati a spazi espositivi ideati per permettere la realizzazione di ambiziosi progetti e per valorizzare la presentazione delle opere della collezione.

Gli spazi – semplici, flessibili e luminosi – sono stati realizzati rispettando i più attuali standard di sicurezza e conservazione per permettere la realizzazione di ogni tipologia di progetto espositivo.

Dal 25 aprile questi spazi ospitano la straordinaria collezione Thomas Walther con capolavori della fotografia moderna dal 1900 al 1940.

Si tratta di una collezione di oltre trecentocinquanta fotografie d’autore raccolte dal collezionista Thomas Walther ora di proprietà del Museum of Modern Art/MoMA di New York.

Si incontrano nella collezione i protagonisti della storia della fotografia accanto a preziose opere di oltre cento altri autori meno conosciuti.

Questa mostra, inoltre, mette in evidenza l’opera di artisti a cui Walther dedicò particolare attenzione, fra cui André Kertész, Germaine Krull, Franz Roh, Willi Ruge, Maurice Tabard, Umbo e Edward Weston.

La mostra, organizzata in sezioni tematiche, mette in evidenza le connessioni tra le opere e riflette il dinamismo della modernità.

Questo elemento della modernità è particolarmente evidente nei ritratti e negli scatti che documentano l’esperienza urbana, così come nella scelta di espedienti tecnici sperimentali quali punti di vista inusuali e distorsioni.

Una mostra da non perdere perché racconta un capitolo innovativo nella storia della fotografia.

 

ORARI DI APERTURA

  • Da martedì a venerdì ore 11.00 – 18.00 (giovedì chiude ore 20.00)
  • Sabato, domenica e festivi ore 10.00 – 18.00

 

INFO

 

WEBSITE

 

Blackout .The Darkside of Istanbul

Nel 2021 il protagonista sarà il fotografo turco Coşkun Aşar con una selezione di scatti

Blackout .The Darkside of Istanbul

 

  • JESI – Palazzo   Bisaccioni, Piazza Colocci, 4
  • Fino al 30 novembre 2021 ( NB in costanza di pandemia orari e modalità di accesso sono condizionati dalle norme anticovid-19 vigenti nelle Marche. Controllare nel sito prima di programmare la visita)

 

La mostra è organizzata dalla Fondazione di origine bancaria Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Da oltre 25, la Fondazione è impegnata nel sostegno, la promozione di progetti di utilità sociale legati ad arte e cultura e agisce in base al principio di sussidiarietà, che prevede non di sostituirsi, ma di affiancare le organizzazioni della società civile che operano per il bene pubblico.

Nella sede di Palazzo Bisaccioni oltre all’area museale ove sono esposte in modo permanente le opere d’arte della collezione della Fondazione, uno spazio è destinato a mostre temporanee attente in particolare alla contemporaneità.

Nel 2021 il protagonista sarà il fotografo turco Coşkun Aşar con una selezione di scatti della serie fotografica Blackout – The dark side of Istanbul che fanno parte dell’omonima pubblicazione, un romanzo visivo del lato oscuro della città turca.

Coşkun Aşar è cresciuto e ha studiato a Istanbul alla Facoltà di Comunicazione della Marmara University focalizzandosi sul cinema.

Nel 1995 scopre la fotografia dedicandosi pienamente a questo strumento e diventando presto un esponente della nuova Street Photography international.

Ha lavorato per riviste locali e straniere, giornali e agenzie, esponendo le sue fotografie in manifestazioni internazionali sia personali che collettive

È stato allievo di Ara Güler, uno dei maestri indiscussi della fotografia del Mediterraneo, al quale dedica questi scatti ai sobborghi di Istanbul

Il risultato è un reportage fotografico che non racconta soltanto vite al limite, ma si concentra sul cambiamento sociale e fisico della città e sui processi di trasformazione della stessa.

La mostra documenta anche un luogo e uno stile di vita che scompaiono.

Per farlo, Coşkun Aşar guarda alla propria vita e alle vite di coloro che si trovano nel suo ambiente circostante che diventano visibili quando le luci si spengono.

Negli ultimi venti anni ha seguito e osservato persone emarginate in un importante spazio storico e culturale della città, chiamato Beyoglu.

È diventato amico dei bambini di strada, membri delle gang, prostitute, papponi, insieme agli individui della comunità transgender che sono principalmente impegnati come lavoratori del sesso.

Lo chiama il lato oscuro di Istanbul, un’area in cui gli abitanti sono socialmente esclusi e isolati, eppure un’area che diventa viva di notte.

 

ORARI DI APERTURA

  • da lunedì a venerdì ore 9.30-13 / 15.30-19:30
  • Controllare nel sito prima di programmare la visita

INFO

PAOLO GIOLI: Antologica/Analogica L’opera filmica e fotografica (1969–2019)

Paolo Gioli, fotografo impegnato in 50 anni di ricerca, che parte dalle origini dei media, per sperimentare nuovi percorsi e nuove potenzialità espressive di fotografie e film

PAOLO GIOLI: Antologica/Analogica L’opera filmica e fotografica (1969–2019)

 

LECCE – Museo Castromediano
Viale Gallipoli, 28

Dal 6 marzo al 9 maggio 2021
(Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito)

Il Museo Archeologico Provinciale “Sigismondo Castromediano”, con sede a Lecce, è il più antico della regione Puglia e fu fondato nel 1868 dal Duca di Cavallino, Sigismondo Castromediano, da cui appunto prende nome.

Il Palazzo che ospita il museo comprende, oltre all’antiquarium, al museo topografico e alla pinacoteca anche una sala con le opere degli artisti salentini contemporanei, tra cui Ciardo, Barbieri, Martinez, D’Andrea, Calò, per citarne alcuni.

Esiste inoltre spazio per l’arte contemporanea e per mostre temporanee.

Dal 6 marzo il museo riapre al pubblico dopo la pesante interruzione per la pandemia da Covid19.

Ad accogliere il pubblico sarà la prima di tre grandi mostre dedicate alla produzione filmica e fotografica di Paolo Gioli, programmate due in Puglia e una in Cina.

Pittore, fotografo e cineasta, Paolo Gioli , nato a Rovigo nel  1942, è uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi.

Nel lavoro di ricerca della definizione della sua estetica foto-filmica l’artista guarda indietro, alle molte sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato.

Gioli lavora in bilico tra immagine fissa e in movimento, ma riesce a far dialogare film e fotografia con risultati fertili e stimolanti.

La presenza nel titolo della mostra “Analogica”, che oggi indica il passato del mondo delle immagini rispetto al digitale, vuol essere quindi un rinvio alla natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, presente in tutto il lavoro di Gioli.

La mostra è suddivisa in quattro sezioni (Natura Corpo Volto Medium) ed esporrà oltre cento opere di Gioli, quasi tutte polaroid, in alcuni casi trasferite su carta o seta serigrafica e alcuni film dell’artista.

Nello stesso periodo la mostra si estende anche a Palazzo Tupputi di Biseglie che presenterà la sezione Schermi-schermi, con tele serigrafiche realizzate negli anni Settanta

Poi dal 26 giugno la mostra in una versione più ampia si sposta in Cina al Three Shadows Photography Art Center di Pechino.

 

ORARI DI APERTURA

Orario normale Da martedì a domenica ore 09.00 – 20.00

Per gli orari in costanza di norme anticovid  si invita a contattare il museo prima di programmare la visita

 

INFO

Tel. +390832 373 572

E-Mail: museocastromediano.lecce@regione.puglia.it

Website: http://pugliamusei.it/item/museo-provinciale-sigismondo-castromediano-lecce/