Luca Francesconi — Hormone Disruptors

Artista che guarda al mondo agricolo con l’occhio preoccupato di chi sente il pericolo della rottura dell’equilibrio della catena alimentare

Luca Francesconi — Hormone Disruptors

Da sabato 6 marzo Galleria Umberto Di Marino di Napoli ospita la quarta personale di Luca Francesconi dal titolo Hormone Disruptors.

Nato a Mantova nel 1979 Luca Francesconi è attratto dalla terra e sviluppa la sua ricerca artistica attorno alla tradizione agricola e sulla produzione alimentare strettamente legata ai concetti della coltivazione.

Egli riflette infatti sul fatto che la chimica ha permesso di aumentare in modo rilevante la resa delle produzioni agricole ma si chiede se non sia necessario interrogarsi sugli effetti a lungo termine che i prodotti chimici hanno in agricoltura.

Hormone distruptors presenta un nuovo ciclo di sculture di Francesconi che offrono un’analisisul tema dell’identità di genere alla luce dell’esposizione ai trattamenti fitosanitari che gli esseri umani hanno sperimentato negli ultimi decenni.

In particolare, egli vuol porre l’attenzione su una vasta categoria di molecole e/o miscele di sostanze che alterano la normale funzionalità ormonale dell’apparato endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, della sua progenie.

Si riferisce all’individuazione degli Interferenti Organici principi attivi presenti nei trattamenti agricoli che possono alterare il normale sviluppo sessuale degli organismi e la produzione di ormoni negli esseri complessi.

Per esprimere queste riflessioni l’artista mantovano usa la pittura, la fotografia, il disegno, la scultura e le installazioni.

Figure antropomorfe stilizzate, pesci, ortaggi, pietre: tutti elementi che parlano della contrapposizione tra essenzialità e sovrapproduzione, natura e trasformazione artificiale.

 

ORARI DI APERTURA

Da lunedì a sabato ore 15.00 – 19.00

Al mattino solo su appuntamento

INFO

HIROSHI SUGIMOTO – Theory of Colours

La ricercata e raffinata perfezione delle immagini di Hiroshi Sugimoto guida il visitatore a riflessioni filosofiche sul rapporto, spesso conflittuale tra spazio e tempo, immaginazione e realtà, scienza e storia

HIROSHI SUGIMOTO – Theory of Colours

 

Hiroshi Sugimoto Opticks 244, 2018 Chromogenic print Image: 47 x 47 in. (119.4 x 119.4 cm) Frame: 60 x 60 in. (152.4 x 152.4 cm) Edition of 1 plus 1 artist's proof (23896)
Hiroshi Sugimoto Opticks 244, 2018
Chromogenic print
Image: 47 x 47 in. (119.4 x 119.4 cm)
Frame: 60 x 60 in. (152.4 x 152.4 cm)
Edition of 1 plus 1 artist’s proof
(23896)

 

  • PARIGI – Marian Goodman Gallery 79 Rue du Temple, 75003 Paris, Francia
  • Dal 20 marzo 2021
  • (Controllare preventivamente esattezza dei dati su mostra, orari e condizioni d’ingresso nel sito

 

La Marian Goodman Gallery è una delle più rinomate gallerie a livello internazionale, per la qualità e la varietà delle sue proposte espositive attente alle proposte più innovative dell’arte contemporanea.

Fondata a New York City alla fine del 1977, la galleria si è ampliata aprendo nuovi spazi espositivi nelle principali capitali del mercato dell’arte, nel 1995 a Parigi e nel 2014 a Londra.

Dal 20 marzo 2021 la sede di Parigi ospita la mostra Theory of Colours del fotograo giapponese Hiroshi Sugimoto.

Nato a Tokyo nel 1948 e oggi residente a New York, Sugimoto è uno dei più rinomati fotografi per la bellezza e la perfezione visiva delle sue immagini che hanno la forza di trasmettere al visitatore le sue riflessioni filosofiche sul rapporto tra spazio e tempo, immaginazione e realtà, scienza e storia.

Gli esiti degli scatti del fotografo giapponese non sono semplici immagini offerte all’occhio del visitatore ma proiezioni trasmesse all’inconscio del processo creativo dell’artista e del suo sforzo di comprendere e rappresentare il “regno invisibile della mente” che sa leggere oltre le cose.

Sugimoto guarda alla tradizione della fotografia classica e crea immagini meditative che avvicinano il concreto e l’astratto.

Nel suo processo di ricerca, egli cerca di comprendere la natura della percezione, esplorando la durata e la temporalità attraverso la fotografia, e la comprensione di come i cambiamenti radicali nel passato illuminino il presente.

La mostra di Parigi segue una serie di esposizioni che hanno visto Sugimoto presente presso prestigiose gallerie e Musei  in ogni parte del mondo.

La qualità di queste esposizioni, unita ai numerosi e prestigiosi riconoscimenti e premi ricevuti, è la prova del livello di notorietà che da tempo accompagna Sugimoto.

 

ORARI DI APERTURA

  • Da martedì a sabato ore 10.00 – 17.00 su prenotazione e nel rigoroso rispetto delle norme anticovid vigenti in Francia

INFO

  • Tel: 33-1-48-04-7052
  • paris@mariangoodman.com
  • SITO WEB

LIU YE. Storytelling – Fondazione Prada di Milano

LIU YE in mostra a Milano alla Fondazione Prada

Le fiabe di LIU, una mostra piacevole che aiuta nello spirito positivo e che deve guidare la rinascita dopo l’emergenza COVID-19

 

Liu Ye. Storytelling. Una esposizione di 36 opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni, che raccontano storie

 

MILANO – Fondazione Prada
Largo Isarco, 2

Fino al 28 settembre 2020

 

 

Una mostra inaugurata il 30 gennaio 2020 presso la Fondazione Prada di Milano, che ha però visto una sospensione a causa dell’emergenza legata al Coronavirus.

Tuttavia la mostra è programmata fino al 28 settembre, tempo certamente utile per una riapertura al pubblico.

E’ un progetto di valorizzazione di questa artista, inaugurato per la prima volta al Prada Rong Zhai a Shanghai nel 2018.

Liu Ye, nata a Pechino nel 1964, ha studiato pittura murale alla Central Academy of Fine Arts dal 1986 al 1989 e design industriale alla School of Arts & Crafts di Pechino.

Trasferitasi in Europa nel 1994 Consegue un master in Arti Figurative all’Academy of Fine Arts di Berlino.
Nel 1998 è artista residente presso la Rijksakademie di Amsterdam.

La sua formazione la porta ad essere un’artista colta e capace di fondere l’arte orientale e occidentale.
L’immaginario intimo e sensuale di Liu Ye trova infatti le sue molteplici fonti di ispirazione nella letteratura, nella storia dell’arte e nella cultura popolare sia del mondo occidentale che di quello orientale.

Liu Ye. Storytelling: una mostra a Milano che presenta 36 opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni, dal 1992 a oggi. Sono opere che raccontano storie come se ogni immagine dipinta fosse la pagina di un libro.

Nei suoi lavori Liu passa dall’illustrazione di eventi storici a fatti immaginari.

Delicate sono le sue trasposizioni di leggende popolari e rappresentazioni di personaggi di fantasia tratti dai cartoon.
Non mancano, nelle sue raffigurazioni, ritratti di attrici e musicisti famosi.

Alcuni quadri si ispirano ad artisti del passato quali Piet Mondrian come il raffinato Mondrian in the morning in mostra.

 

ORARI:
La mostra è attualmente chiusa per l’emergenza Coronavirus
Accertare dal sito data nuova apertura

INFO:
T. +39 02 5666 2611
E-mail: info@fondazioneprada.org
Sito web: http://www.fondazioneprada.org

Senza cultura non si vive

Riapriremo i Musei, ritorneremo a visitare le mostre, ma sarà tutto come se nulla fosse successo?

Senza cultura non si vive

L’esperienza dell’emergenza del Coronavirus, le paure, i dolori, i drammi umani e sociali diventeranno un ricordo prima che pagine di storia del terzo Millennio.

Saremo tutti impegnati della ricostruzione del tessuto sociale ed economico del nostro Paese, a partire dalle realtà locali per arrivare all’intera comunità mondiale.

Avremo tempo per valutare come questa emergenza avrà impattato anche sulle nostre abitudini culturali. Dovremo riflettere infatti su quale sia stata la cultura che fino ad oggi ci è stata proposta dai mezzi di comunicazione di massa, sui modi in cui viene distribuita dalle reti nazionali. Dovremo riflettere sulla durata dello spirito patriottico prodotto dalle emozioni di immagini di comunità che si ritrovano unite cantando dalle finestre, immagini diffuse da emittenti televisive e da infiniti rimandi della rete di comunicazione social.

Quanto questo spirito di identità comunitaria guiderà la vita futura?

Certamente qualcosa è cambiato nel cosiddetto mondo della cultura.

Per molti operatori la lunga quarantena dell’#iorestoacasa non ha ridotto i carichi di lavoro né aumentato la disponibilità del tempo libero.

Quanti sono gli operatori che in tutta Italia sono stati chiamati a virtuali banchi di scuola per affrontare una formazione accelerata su materie che, se sono pane quotidiano per i giovani Millennians o Net Generation, non sono certo facili per la stragrande maggioranza di quanti oggi operano nei musei, nei parchi archeologici, nelle biblioteche, nei teatri e nello stesso mondo del cinema.

Una formazione in materia di Web e social che ha permesso a molte realtà culturali di mantenere i contatti con il pubblico, anzi di creare un nuovo tipo di relazione che apre nuovi scenari anche per il futuro.

Il riconoscimento dell’importanza del digitale e la scoperta della comunicazione social, per molte realtà ha aperto orizzonti nuovi offrendo un duplice ordine di riflessioni:

da un lato ha aperto strade nuove per individuare il pubblico, escogitare una strategia efficiente per raggiungerlo, capire come organizzare i contenuti secondo i diversi mezzi;

dall’altro, il livello di risposta del pubblico a questo nuovo modo di offrire “Cultura” traduce quello che finora era una convinzione chiara per pochi in una presa di coscienza pubblica sul ruolo della cultura nella società. È cresciuta la coscienza che la cultura, in tutte le sue forme, è alla base del senso di appartenenza alla comunità di gruppi di persone. La cultura è elemento fondante di quel valore identitario che è alla base della vita sociale.

Per paradosso, a quel ministro che diceva “con la cultura non si mangia” potremmo oggi rispondere “senza cultura non si vive”,

Con questa convinzione affronteremo la sfida del rilancio dei progetti espositivi del Palazzo Vescovile di Portogruaro.

Our Burning World (Il nostro mondo sta bruciando)

Our Burning World (Il nostro mondo sta bruciando)

Una mostra collettiva sulle conseguenze climatiche del fuoco sul nostro pianeta da una prospettiva singolare.

 

PARIGI – Palais de Tokyo
Avenue du President Wilson 13

Fino al 17 maggio 2020

 

Our Burning World
Sammy Baloji, Untitled, 2018, Exhibition view, “Our World is Burning”, Palais de Tokyo (21.02 – 17.05.2020)
©Aurélien Mole

 

Il Palais de Tokyo è stato inaugurato a Parigi nel 2002.
Con i suoi 22.000 m² di spazio il Palais de Tokyo si estende fino alla Senna, formando un collegamento tra la Torre Eiffel e gli Champs-Elysées.

Non è nato come un museo tradizionale e, da subito, ha svolto un ruolo di pioniere nel movimento di riconciliazione tra Parigi e l’arte contemporanea. Nel 2012 è diventato infatti uno dei più grandi siti dedicati alla creatività contemporanea in Europa.

Fino al 17 maggio Palais de Tokyo ospita una mostra collettiva organizzata in collaborazione con il MATHAF – Asrab Museum of Modern Art di Doha sul tema delle trasformazioni climatiche.

Il titolo Our Burning World si riferisce ai drammi umani causati dai continui conflitti nell’area mediorientale.
Ma guarda anche alla crisi ecologica e ai disastri ambientali come gli immensi incendi boschivi distruttivi in Amazzonia, Siberia, California e Australia.

La mostra afferma giustamente che le opere hanno un potere di intervento prendendo posizione contro i disordini del mondo.
Il fuoco ritorna quindi all’intensità della creazione artistica.

I 34 artisti chiamati ad interpretare questo tema hanno guardato, con gli occhi e la sensibilità diversa di ciascuno, alle numerose trasformazioni sociali in Medio Oriente nel contesto di una crisi globale di dibattito politico e fragilità ambientale.

Our Burning World presenta quindi un complesso intreccio di eventi, a cui alludono le opere d’arte offrendo molteplici prospettive poetiche.

La mostra si apre con una riflessione sul tema dell’Antropocene e sulla questione dell’uso delle risorse naturali per stimolare nel visitatore una riflessione sulla necessità di cambiare la nostra relazione di sfruttamento con la natura.

 

ORARI:
Tutti i giorni escluso martedì dalle ore 12.00 alle ore 24.00
Chiuso martedì

INFO:
T: +33 01 81 97 35 88
accueil@palaisdetokyo.com
https://www.palaisdetokyo.com

JOAN JONAS: Moving Off the Land II. Mostra al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid

JOAN JONAS: Moving Off the Land II

La mostra si concentra sul ruolo che l’oceano ha svolto nelle culture come riferimento totemico, spirituale e culturale

 

MADRID – Museo Thyssen-Bornemisza
Paseo del Prado, 8

Fino al 18 maggio 2020

 

Joan Jonas: Moving Off the Land II
Joan Jonas
Moving Off the Land II, at Ocean Space, Chiesa di San Lorenzo
2019
Installation view at Ocean Space, Venice
Commissioned by TBA21–Academy
Photo: Enrico Fiorese. © TBA21-Academy

 

Il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza è l’istituzione pubblica che ospita una delle più importanti collezioni pittoriche del mondo.

Sono infatti quasi 900 opere d’arte raccolte nel corso di sette decenni dalla famiglia Thyssen-Bornemisza nel Palazzo Villahermosa.

Il Museo è gestito dalla Fondazione Collezione FSP Thyssen-Bornemisza, una fondazione pubblica il cui scopo è la conservazione, lo studio, l’esposizione pubblica e la diffusione della collezione.
Dal 1993 la collezione è di proprietà dello Stato spagnolo.

Il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza e Thyssen-Bornemisza Art Contemporary (TBA21) presentano Joan Jonas: Moving Off the Land II.

Nata nel 1936 a New York, dove ancora vive e lavora circondata da immagini sempre diverse, fonti d’ispirazione per i progetti ai quali lavora.

Maschere, animali impagliati e statuette, fotografie, disegni, oggetti di scena e altri elementi presenti nelle sue performance, sfilano infatti nello studio.

Da quando è diventata nota negli anni ’60, Joan Jonas non ha mai smesso di lavorare. Pioniera nell’arte della performance e del video, l’artista americana presenta questa mostra in cui rende omaggio ai mari, con la loro fauna e flora, la biodiversità e la delicata ecologia.
Le sue nuove opere si immergono così nelle profondità delle acque marine, nuotano con i pesci che le popolano.

Esse includono materiale letterario e poetico di scrittori che nel corso della loro carriera si sono interessati a questa massa liquida che copre due terzi del pianeta.

Moving Off the Land II è un’esposizione che mostra la realtà marina in tutti i suoi aspetti, una realtà che farà riflettere i visitatori.

 

 

ORARI:
Tuitti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00

INFO:
T. 91 791 13 70
mtb@museothyssen.org
https://www.museothyssen.org

 

Ulla von Brandenburg al Palais de Tokyo

Ulla Von Brandenburg, l’artista tedesca che cambia la temperatura emotiva di un luogo plasmando i tessuti

Ulla von Brandenburg al Palais de Tokyo

PARIGI – Palais de Tokyo
13, avenue du Président Wilson 75116 Parigi
Dal 21 febbraio al 17 maggio 2020

 

Situato sulle rive della Senna, a due passi dalla Torre Eiffel, il Palais de Tokyo è un luogo unico, con un’architettura grezza e sorprendente.

La sede è abitata da artisti e aperta da mezzogiorno a mezzanotte a visitatori sempre più entusiasti.

il Palais ha inventato un modello originale, dove l’emergenza incontra la moda, la creatività e le tendenze.

Fino al 17 maggio il Palais ospita una mostra dell’artista tedesca Ulla Von Brandenburg.

Tedesca di nascita l’artista vive e lavora oggi a Parigi.

Dopo gli studi all’Accademia di Amburgo Ulla si è specializzata in scenografia e teatro.

La sua pratica artistica, con ogni mezzo espressivo utilizzato, converge infatti nella nozione di spazio scenico.

Per questa nuova mostra al Palais de Tokyo, Ulla von Brandenburg ha immaginato un progetto in totale evoluzione, ispirato al teatro, nonché al suo immaginario e alle sue convenzioni.

Il teatro è vissuto con la nozione di rituale, intesa come la possibilità di esplorare le relazioni tra individui e gruppi.

Le sue istallazioni intendono quindi offrire spazio scenico in cui creare o non creare qualcosa in comune.

L’artista invita il pubblico a prendere parte a un’esperienza coinvolgente e rinnovata di temi, forme e motivi che alimentano il suo lavoro: movimento, palcoscenico, colori, musica, tessuti

Il tessuto fa quindi da filo conduttore di una esposizione che mette assieme 5 istallazioni, sei video e, ogni sabato, una performance di danza.

Per l’artista basta un pezzo di stoffa colorata per cambiare la temperatura emotiva di un luogo e con essa lo sguardo di chi lo attraversa.

 

ORARI

da mezzogiorno a mezzanotte, tutti i giorni tranne

Chiuso il martedì e il primo maggio.

INFO

https://www.palaisdetokyo.com

Young Bomberg and the Old Masters (Il giovane Bomberg e gli antichi maestri)

Un fascino per i vecchi maestri: Bomberg alla National Gallery di Londra

Young Bomberg and the Old Masters (Il giovane Bomberg e gli antichi maestri)

LONDRA – National gallery
Trafalgar Square, Charing Cross, London WC2N 5DN, UK
Fino a 1 marzo 2020

 

David Bomberg, The Mud Bath, 1914 Oil on canvas 152.4 × 224.2 cm Tate, London (T00656) Purchased 1964 © Tate
David Bomberg, The Mud Bath, 1914 Oil on canvas 152.4 × 224.2 cm Tate, London (T00656) Purchased 1964 © Tate

 

La National Gallery di Londra, fondata nel 1824, è il museo della capitale che ospita una ricca collezione di più di 2.300 dipinti di varie epoche e scuole dalla metà del XII secolo all’inizio del secolo scorso.

La collezione appartiene al popolo britannico e l’ingresso alla collezione principale permanente è gratuito.

A volte è richiesto il pagamento di un biglietto per accedere ad alcune mostre speciali e temporanee.

David Bomberg (1890-1957) è stato un pittore inglese che si convertì a uno stile più figurativo e sempre più dominato da ritratti e paesaggi naturali.

Il suo lavoro fu così sorprendentemente radicale, che i visitatori della sua prima mostra personale nel 1914 credevano di essersi completamente allontanato dalla tradizione.

A poco più di un secolo dalla quella prima mostra personale l la mostra attuale presenta alcuni dei suoi primi dipinti accanto alle opere che lo hanno ispirato.

E infatti il giovane Bomberg ha imparato molto dall’arte del passato e ha avuto un rapporto intenso e fruttuoso con gli antichi maestri.

Da Botticelli a Michelangelo, la mostra rivela come le opere ribelli e giovanili di Bomberg trassero ispirazione dai dipinti che ammirava di più nella Galleria.

 

Lungi dall’inibirlo, questi dipinti dei Vecchi Maestri lo hanno aiutato a fare un balzo in avanti e contribuire al linguaggio dell’arte dei primi del XX secolo nella sua forma più audace.

La mostra è organizzata dalla National Gallery in collaborazione con Tate

 

 

ORARI

Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00

(venerdì chiude ore 21.00- domenica apre ore 12.00)

INFO

https://www.britannica.com/topic/National-Gallery-museum-London

Julien Tiberi: Symphonic Lava

Disegni in inchiostro nero India su carta setosa annerita creano un magma sensuale che invita l’uomo a sperimentare

Julien Tiberi: Symphonic Lava

PARIGI – Semiose galleria d’arte
Rue Chapon,53
Fino al 7 marzo 2020

 

Julien Tiberi (1979 Marsiglia), vive e lavora tra Parigi e Marsiglia.

E’ un giovane artista emergente nel panorama internazionale, opera principalmente con il disegno e l’installazione.

Non solo designer, ma anche scultore, pittore e musicista, Julien Tiberi è guidato dal desiderio di rivelare le forme sottostanti attraverso la continuità e la dissonanza delle sue opere.

Per lui, la storia del disegno è un serbatoio inesauribile di materiali, soggetti e rappresentazioni.

I recenti lavori di Julien Tiberi, sia per le forme che per i problemi che sembrano sviluppare, esprimono un tentativo di catturare gli elementi radi del processo creativo.

Fino al 7 marzo la Galleria Semiose di Parigi ospita la sua mostra Symphonic Lava.

I disegni che compongono Symphonic Lava sono realizzati con inchiostro nero India, sulla faccia setosa di un foglio di carta bianca.

L’inchiostro, cancellando o rivelando diverse aree della carta, funziona come l’illuminazione del palcoscenico.

Produce quindi l’effetto di concentrarsi su una parte del palcoscenico oscurando le altre.

L’uso della matita invece, una volta cancellato, produce presto una specie di nebbia.

La combinazione di inchiostro e gomma fissa lo scheletro del disegno e consente di lavorare sui suoi contorni con un processo di rimozione.

Questo produce dispositivo in grado persino di gestire la trama della luce.

Il mondo erratico della lava sinfonica si evolve in pericolosa instabilità.

Disorientato, il visitatore vaga così da un crepaccio abitato a un vuoto desolato, per distinguere i vivi e le cose.

Questo e altro, il magma sensuale della carta annerita, che è Symphonic Lava, invita a sperimentare.

La mostra riunisce anche grandi dipinti su tela e un bronzo che rappresentano un piccolo tapiro nero posto su una roccia.

 

ORARI

Da martedì a Sabato dalle ore 11.00 alle ore 19.00

Su appuntamento

INFO

T +330979261638

https://www-semiose.com

KEITH HARING

Bruxelles ospita una mostra dedicata  ad Keith Haring figura chiave della cultura newyorkese degli anni Ottanta e creatore di un vocabolario figurativo unico

KEITH HARING

BRUXELLES – Bozar Palais des Beaux Arts
Rue Ravenstein,23
Fino al 19  aprile 2020 

 

BOZAR è il Centro delle belle arti di Bruxelles.  

Ospitato nel Palais des Beaux Arts, capolavoro architettonico di Victor Horta,nel cuore del Mont des Arts, Bozar è un centro multidisciplinare che promuove e ospita concerti, mostre, spettacoli e altri eventi culturali e artistici. 

Fino al 9 aprile 2020 BOZAR presenta un’importante retrospettiva del leggendario artista americano Keith Haring,  amico e compagno artistico di Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, 

La carriera diKeith Haring (Reading Pennsylvania 1958 –  New York 1990)è stata breve ma spettacolare. 

Egli lascia un’eredità duratura e i suoi lavori sono probabilmente familiari anche a chi non sa niente di lui. 

Le immagini degli omini stilizzati e in movimento sono infaatti famose in tutto il mondo e lo hanno reso un simbolo della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta. 

La vita di Haring era fondata sulla convinzione del potere delle persone di cambiare il mondo e lo ha espresso con un attivismo visivo incredibile accompagnato da una linea grafica audace.  

Egli ha  cercato di rendere “pubblica” l’arte mostrandola nel suo Pop Shop, nei media o nelle stazioni della metropolitana e negli spazi urbani collettivi.  

C’era anche un aspetto performativo di queste opere molto pubbliche.  

Li creava in spazi comuni ed era completamente a suo agio quando veniva fotografato o filmato.  

Più grande era la folla che si riuniva per vederlo lavorare, maggiore era la stampa che poteva aspettarsi e più persone riusciva a raggiungere con i suoi messaggi socio-politici. 

La mostra è organizzata da Tate Liverpool in collaborazione con BOZAR / Centre for Fine Arts Brussels e Museum Folkwang, Essen. 

 

ORARIO  

Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (giovedì chiude ore 21.00) 

Lunedì chiuso 

INFO 

www.bozar.be